Mea culpa e pensieri inconfessabili di un Signore del rating Un mea culpa, poi in parte smentito. L’auspicio per un mercato del rating più concorrenziale ma senza agenzie statali. E l’annuncio di una sempre maggiore trasparenza, che però è costosa, per evitare conflitti di interessi. L’intervento di Simon Collingridge, responsabile delle relazioni con emittenti e investitori della finanza strutturata di Standard&Poor’s per l’Europa, ha destato interesse e stupore fra i partecipanti al seminario a porte chiuse organizzato dall’Abi a Milano nei giorni scorsi. Michele Arnese 22 OTT 2011
Parla Tabellini Quattro liberalizzazioni e patrimoniale liberale per ripartire Serve un consenso politico per riavviare la crescita con liberalizzazioni, riforme delle pensioni e del lavoro. E per costruire un consenso ampio, che coinvolga anche i sindacati dei lavoratori, si può pensare pure a una blanda patrimoniale per dimostrare che tutti devono partecipare al riscatto economico italiano. Il rettore dell’Università Bocconi di Milano, Guido Tabellini, non è un economista presenzialista che discetta sui temi più disparati, ma quando interviene nel dibattito di politica economica in Italia lo fa sempre in modo costruttivo. Leggi Il messaggio di Draghi agli “indignados” - Leggi Politici, forzate il blocco. Il discorso di Mario Draghi a Palazzo Koch Michele Arnese 13 OTT 2011
Parla Calzoni (ex Lucchini) L’involuzione politica e consociativa della Confindustria marcegagliana “Confindustria? Chiacchiere e distintivo”. Ossia non sei nulla, non vali nulla, sei solo parole. Ugo Calzoni, braccio destro del presidente Luigi Lucchini in Confindustria dall’84 all’88 e poi direttore generale dell’Ice e di Confindustria Lombardia, ricorre alla frase con cui Robert De Niro, nel ruolo di Al Capone, apostrofava il poliziotto che l’aveva fatto arrestare per definire l’attuale vertice confindustriale. Ma Calzoni, classe 1945, manager che ha spaziato dal gruppo Lucchini alla Fiera di Parma passando per la Sea (aeroporti milanesi), nasconde dietro l’ironia una serissima convinzione. Michele Arnese 12 OTT 2011
Quante divisioni ha Montezemolo Il verbo montezemoliano si sta diffondendo in tutt’Italia. Quello che fu presentato nel 2009 come un mero advocacy group, o al massimo un think tank, è ormai un’associazione che si sta ramificando in tutte le regioni e che sta assumendo sempre più i connotati di un movimento politico: ha raggiunto finora 30 mila adesioni. Entro la fine dell’anno, o entro le prime settimane di gennaio, ItaliaFutura (If) punta a costituire una sede in ogni regione. Michele Arnese 11 OTT 2011
Quelli che non investono Cari imprenditori, concentratevi sulle vostre aziende. Un richiamo agli industriali italiani affinché tornino a fare il loro mestiere, che fino a prova contraria è quello di rischiare capitale e investire per far crescere le imprese e creare posti di lavoro, è arrivato ieri dalla Scuola Superiore S. Anna di Pisa, dove Riccardo Gallo, economista industriale, ultimo vicepresidente repubblicano dell’Iri e docente alla Sapienza ha tenuto la lezione inaugurale del master in Management, innovazione e ingegneria dei servizi dell’anno accademico 2011-2012. Michele Arnese 11 OTT 2011
Sfida all’ultimo tavolo Così Tremonti rivede i conti e cerca con Draghi idee turbo sviluppiste Un piano decennale sviluppista per arrestare la crescita asfittica. E’ l’idea del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, illustrata ieri a industriali e banchieri. Ma nessuna risposta immediata, a parte un decreto in fieri a costo zero ribattezzato legge-obiettivo bis per le infrastrutture, al declassamento dell’Italia deciso da Standard&Poor’s. Leggi Le risposte errate a S&P’s e il giusto decalogo con le opposizioni Michele Arnese 20 SET 2011
Poteri forti contro Ora anche il Corriere sferza gli industriali e la loro “patrimoniale” Sorpresa: il quotidiano della borghesia italiana critica la Confindustria. Sì, proprio così: l’austero Corriere della Sera, posseduto dai principali esponenti del capitalismo italiano che si ritrovano ai vertici della confederazione degli industriali stigmatizza la medesima confederazione. Non solo: il quotidiano della Rizzoli accusa l’associazione presieduta da Emma Marcegaglia di ammiccare a una patrimoniale per evitare, magari, riforme strutturali. I fatti. Sulla prima pagina del Corriere di ieri, gli economisti Francesco Giavazzi e Alberto Alesina ribadiscono che il problema dell’Italia è la crescita asfittica. Michele Arnese 20 SET 2011
Imprese, piagnisteo e buoni propositi Frasi di Keynes, Roosevelt, Ciampi e Prodi. Non solo numeri ma anche citazioni più o meno dotte nel rapporto del centro studi di Confindustria presentato ieri dal capo economista Luca Paolazzi. Le previsioni disegnano un “autunno freddo”, non solo per l’Italia. Ma per il nostro paese gli indicatori sono peggiori. Confindustria abbassa le stime del pil, che salirà solo dello 0,7 per cento quest’anno e dello 0,2 per cento nel 2012. Il problema è dunque quello di una crescita asfittica, che non ci consente tra l’altro di ridurre il rapporto debito-pil. E in più l’anno prossimo si toccherà il massimo storico di fiscalismo. Leggi La Marcegaglia su Roma di Giuliano Ferrara Michele Arnese 15 SET 2011
Le evoluzioni di Tremonti nelle partite finanziar-industriali “Dalle principali partite bancarie, finanziarie e industriali Giulio Tremonti sembra assente in questo periodo”. Un uomo di finanza milanese così descrive l’azione del ministro dell’Economia nei dossier più cruciali del capitalismo italiano che lambiscono la politica. Certo in questi ultimi mesi, contraddistinti dalle vicende giudiziarie che riguardano l’ex consigliere politico di Tremonti, Marco Milanese, il titolare del Tesoro s’è occupato pressoché totalmente di conti pubblici per effetto dei rischi sovrani che si sono accentuati. Leggi Un Draghi a tre teste Michele Arnese 12 SET 2011
Bollori e capitomboli dei capitalisti su vecchie, nuove e nefaste tasse “Manovra depressiva”, “così si aumenta la pressione fiscale”, “non ci sono riforme liberali”. Critiche e lamentele di imprenditori e capitalisti non sono state risparmiate nel giudicare la manovra economica del governo, che sarà ritoccata dopo il vertice di ieri fra Pdl e Lega. Eppure gli organismi di rappresentanza delle aziende non mancano di contraddizioni. Dal vertice di Confindustria si è paventata una manovra depressiva nel caso di nuove imposte. D’altronde i tecnici del Senato hanno già osservato che la pressione fiscale salirà in due anni dal 46,6 per cento al 48,4 per cento per gli effetti del decreto giunto in Parlamento. Michele Arnese 30 AGO 2011